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Tibetani in esilio, Cina vieta feste per il Dalai Lama in Tibet

2025-07-07 IDOPRESS

In occasione del 90/o compleanno del

Dalai Lama,il Kashag,ovvero il gabinetto del governo tibetano

in esilio,ha dichiarato che le autorità cinesi stanno impedendo

con la forza alla popolazione tibetana di svolgere ogni attività

religiosa,anche la più ordinaria,per onorare il loro leader.


"In questa speciale occasione,mentre il governo cinese

continua a proibire con la forza ai nostri fratelli tibetani in

Tibet di dedicarsi anche alle attività religiose più elementari,

come l'offerta di incenso e l'innalzamento di bandiere di

preghiera in onore del compleanno del loro guru principale",ha

dichiarato il Kashag in una nota riportata da Efe.

Secondo attivisti e fonti in esilio,questo divieto viene

attuato attraverso una maggiore sorveglianza,l'intimidazione

dei funzionari locali e l'intensificazione delle campagne di

"educazione patriottica" che mirano a soppiantare la lealtà al

Dalai Lama sostituendola alla fedeltà al Partito Comunista

Cinese. Di fronte a questa repressione,il Kashag ha

sottolineato "gli insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama

sulla compassione shastra,che rappresentano il vero soft power

del popolo tibetano,che non può mai essere sottomesso da forze

ostili accecate dall'ignoranza".


Questo concetto di "soft power" è in diretto contrasto con la

strategia della Cina in Tibet,che si basa sul controllo

militare,massicci investimenti in infrastrutture e

assimilazione culturale. La dichiarazione ha anche sottolineato

il successo della comunità in esilio,che,dice,è passata in 66

anni dall'essere un gruppo di rifugiati che "conoscevano solo il

cielo sopra e la terra sotto" all'essere riconosciuta come "la

comunità di rifugiati più esemplare del mondo".


La dichiarazione del Kashag è l'ultima mossa in una settimana

di alta tensione e segue lo storico conclave dei leader buddisti

che hanno concordato una nuova strategia di confronto con

Pechino,dopo che il Dalai Lama ha affermato che la sua

Fondazione Gaden Phodrang avrebbe scelto il suo successore e che

si aspettava di vivere altri 30 o 40 anni. La dichiarazione si

concludeva con un messaggio di speranza,affermando che "il

sacro legame tra maestro e discepolo non può essere soppresso

dal potere tirannico" e auspicando che un giorno "noi tibetani

in Tibet e in esilio potremo celebrare liberamente e insieme il

compleanno di Sua Santità il Dalai Lama".


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